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Mostra e rappresentazione teatrale: Storie di pietre di confini in tempo di pace

Venerdì 6 maggio - Domenica 22 maggio l Palazzo della Magnifica Thadea - Piazza castello, SPILIMBERGO






Storie di pietre e di confini in tempo di Pace da venerdì 6 maggio, Palazzo Tadea l SPILIMBERGO
Una mostra e una rappresentazione teatrale. Sono le iniziative che verranno ospitate dal Palazzo Tadea a Spilimbergo dal 6 maggio nell'ambito del progetto “Storie di pietre e di confini in tempo di Pace” promosso dal Gruppo Ermada Flavio Vidonis di Duino Aurisina congiuntamente all’Amministrazione Comunale di Spilimbergo che gode del sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia sull'avviso pubblico per la valorizzazione del patrimonio storico ed etnografico del Friuli Venezia Giulia.
Storie di pietre e di confini in tempo di Pace”, sarà allestita dal 6 maggio al 4 giugno al primo piano del Palazzo. L’inaugurazione mostra avrà luogo venerdì 6 maggio alle ore 18.00 presso le sale del Palazzo.

La mostra focalizza l’attenzione del pubblico sull’evoluzione costante e impetuosa dei confini, in una terra contesa, a tratti tumultuosa, che ha superato il secolo breve grazie alla straordinarietà delle sue genti, applicando l’approccio alla base dell’architettura dell’Unione Europea. I Confini dell’Europa Centrale e del Litorale Adriatico Geografia e geopolitica come gli ostacoli naturali hanno influenzato e limitato i domini, hanno contribuito al formarsi di culture eterogenee e, infine, delle comunità nazionali nella definizione di un paradigma che assegna un valore diseparazione a seconda delle età. Il Confine virtuale, viaggio tra geografia e ideologia che separano i popoli. L’evoluzione del concetto di territorio, dalla proprietà al Limes romano, dal Confine convenzionale ed artificiale alla linea ideale che separa i popoli. Il Confine come separazione di lingue, culture lingue e domini. Il convivere di confini ideologici, la loro imposizione e il loro superamento in due casi studio: l’idea socialista e la fratellanza cristiana. La storia del Confine Orientale Il limes romano, il Patriarcato di Aquileia, La Serenissima e gli Asburgo, il Trattato di Campoformido, Napoleone e la Restaurazione del Congresso di Vienna. La Pace di Villafranca, il Regno d’Italia, la Pace di Vienna del 1866. Dal Confine Imperiale ai trattati di Saint-Germain e di Rapallo. La seconda Guerra Mondiale, il Trattato di Parigi e il Memorandum di Londra. La guerra fredda, la Cortina di Ferro, la caduta del muro. Il Trattato di Osimo. Il Valico: il presidio militare e di polizia nell’era delle Dogane La storia e la mappa dei valichi di confine tra Friuli Venezia Giulia, Austria e Jugoslavia. Schengen: superare i confini L’Europa Unita dopo Maastricht e Schengen, la moneta europea e l'abbattimento dei Confini con l’Austria e la Slovenia. La geopolitica e i suoi effetti reali sulla vita delle genti di confine.
Il territorio condiviso: l’alba di un futuro presente. Il nuovo concetto di confine, il suo superamento in un mondo ideale di pace e convivenza, il suo ritorno ai tempi della Pandemia Globale, il suo futuro nel contesto europeo che ha assegnato a Gorizia e Nova Gorica il ruolo di Capitale Europea della Cultura 2025. La mostra è realizzata grazie a una ricerca storica del Dott. Lorenzo Salimbeni e la grafica dei pannelli è stata realizzata da Alberto Gregori.

La pièce “Storie di Pietre e Voci di Confini” andrà in scena domenica 15 maggio alle ore 17.00. La scenografia è costituita dal nostro territorio nel suo arrampicarsi dal mare e volgere verso il cielo, dalle pietre del Carso a quelle della Carnia, testimoni della storia più cruenta. Lo spettacolo si svolge a leggìo in italiano accennando le lingue e i dialetti diversi (italiano, sloveno, tedesco, triestino, bisiaco e friulano) che sono usati nella nostra regione, al di là dei confini materiali che esistono da secoli. In collaborazione con l’Associazione Numerouno, Teatropossibile e la partecipazione straordinaria del coro S. Ignazio di Gorizia diretto dal M° Liviano Brumàt, lo spettacolo è scritto e diretto da Giorgio Amodeo con la collaborazione di Tatiana Malalan e Giuliana Zidarič. Musiche originali di Edy Meola. Scenografia di Monica Kirchmayr.

Le pietre esistono da sempre e per sempre esisteranno, al di là dei confini o dei ponti, al di là del silenzio o delle voci che possono aver sentito. Si, le pietre ascoltano, se poi potessero anche parlare quante storie avrebbero da raccontare! Questo spettacolo teatrale vuole dare voce proprio alle pietre, che siano del Carso o della Carnia, dell’Istria o del litorale giuliano-veneto. La pietra è il filo conduttore della rappresentazione che partirà da brevi cenni storici sulla storia della regione Friuli Venezia Giulia e terre confinanti (a leggìo) per proseguire con scene di vita quotidiana in diverse epoche e momenti storici. Si parla di pietre ma anche di confini, dal latino “finis” cioè limite preceduto dal prefisso “con”. “Limite” è una parola che non ci appartiene, rende l’idea di fermarsi ad un certo punto, di una fine. Invece “non dobbiamo, non possiamo, non vogliamo” (cit.) porci dei limiti, abbiamo sete di conoscere per esempio il nostro passato e presente, i diversi modi di vita, le tradizioni popolari, le canzoni d’amore o di guerra, il legame con la terra e la natura per chi è nato e vive in campagna e una continua ricerca delle proprie radici per chi è nato e vive in città, le lingue e i dialetti diversi che si incrociano, si mescolano, e si arriva così alle voci. Infatti gli attori e il coro si esibiranno in diverse lingue e dialetti (italiano, sloveno, tedesco, triestino, bisiaco e friulano) perché i confini materiali sono esistiti, certo, e per secoli. Ma siamo nell’anno 2022 e ci sono satelliti, razzi, sonde che “spiano” un pianeta diverso da quello in cui viviamo, Marte, un lontanissimo puntolino rosso nell’universo nella speranza di svelare chissà quale segreto. E allora di quali confini stiamo parlando? I confini esistono solo nella testa della gente, si chiamano ignoranza, paura, indifferenza, avidità. Si possono “aprire” con la cultura e una pari collaborazione fra i popoli. Un’utopia? Noi non smetteremo di provarci.

Il progetto, oltre al partenariato del Comune Spilimbergo gode del partenariato dei Comuni di Malborghetto Valcanale dei Comuni di Gorizia, Trieste, Fogliano Redipuglia, Paluzza, Spilimbergo e Travesio oltre al Coro S. Ignazio e l’S1 Trail Asd Sentiero Uno, l’Associazione Erasmo da Rotterdam e la collaborazione del Lions Club Duino Aurisina e dell’Ajser 2000.

 
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