×
seguici su

Palazzo di Sopra



 Lettura "Tiliaventum Taiament Tiliment" di Novella Cantarutti 

Giorgia
Tiliaventum Taiament Tiliment
Non ci sono, almeno nella piccola Europa, altre acque estrose al pari di questa che ricama il greto striandolo di spazi verdi, quasi isole e penisole.
Mio padre amava condurci, in qualche tardo pomeriggio d'estate, lungo limuculis, l'altro argine del fiume che permetteva di raggiungere la pieve antica di San Marco a Gaio che contempla, solare, la Grava. La raggiungevamo scendendo fino alla casa di Balìn che fu forse la prima a essere costruita da gente che si fidò a piantare dimora in Tiliment, una vasta, animata solitudine

Laura
Più tardi, credo anni, comparve la casupola di Gùbar: ne rivedo i blocchi di cemento provando, a ripensarci, il senso del freddo che -ritenevo allora- dovesse aggredire d'inverno il singolare personaggio sicuro -per conto suo- che le acque si fossero definitivamente abituate a prediligere il corso lungo la riva opposta a Spilimbergo, da San Daniele a Dignano e oltre.
Credo che fosse, come non si sarebbe supposto a guardarne la figura minuta e curva, coperta da una sorta di gabbano che gli arrivava ai piedi, capace di aggiustare tutto: dagli ombrelli, che erano la sua specialità, a tutti gli altri oggetti e arnesi che le donne gli affidavano sicure che li avrebbe resi utilizzabili.
Era stata la baracca di Gùbar la prima del nucleo che si dispose a partire dai piedi dell'antica chiesetta dell'Ancona: col suo portico, le colonnine che lo reggono custodisce una Madonna dipinta a fresco dalla mano di un pittore ignoto, ma non sprovveduto.

Warda
Come succede soprattutto quando mancano dati certi, la leggenda s’incarica di raccontare che è stata l'acqua a deporre la Madonna sul breve ripano, durante una di quelle piene che, di tempo in tempo, riempiono quel greto immenso di tanta acqua distendendola arrabbiata da una riva all'altra.
La gente raccolse l'immagine e la portò -così raccontavano- nel duomo di Spilimbergo, ma essa apparteneva al fiume e vi tornò.

Veronica
Le donne, risalendo dagli orti nati nel tempo, in Grava, si fermano -o si fermavano- a discorrere con lei, mentre c'è ancora chi racconta le partite giocate sotto il portico dove qualcuno -chissà quando?- aveva inciso i quadrati congiunti della tria.
Ma sanno oggi i ragazzi che cos'è la tria e quanto appaga questo stare lì, a imparare il fiume sentendosi riconoscente al sicuro, vegliati da quella Madonna cui siô voi di aga, con i suoi occhi d'acqua…?





 
Top