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Storie del Cellina tra Ravedis e Partidor

7 - Belvedere


Punto privilegiato di osservazione. Anche per un rapido disegno, appoggiando un foglio sul pratico vicino supporto.

 


 

BELVEDERE

La piccola area di sosta, con una fontanella di acqua potabile, è punto di incontro di un comodo asse viario, soprattutto ciclistico, che: a) sale da San Foca verso Montereale Valcellina o, viceversa, scende (attenzione: il tratto dall’area verso nord è interdetto al traffico veicolare fino all’incrocio con la SR251); b) arriva dall’abitato di San Leonardo per Via Partidor; c) conclude a sud il percorso sterrato di questo itinerario. Il belvedere è un privilegiato punto di osservazione a tutto tondo, dal quale è possibile ammirare la netta linea dell’arco montano con le ultime viste del Cansiglio ad ovest e la segmentata traccia delle Alpi Giulie a est. Il largo affaccio sul vasto biancore delle ghiaie del Cellina, che anticipa il collinare morenico, conduce lo sguardo verso la bassa friulana punteggiata di luci nelle ore notturne. Più vicino, si osserva la campagna coltivata, ancora segnata dalla vitale presenza della vegetazione interpoderale. Ulteriore motivo di suggestione sono il silenzio e la quiete del luogo.
 

EX BACINO DI CARICO CENTRALE PARTIDOR

Il bacino era la prima opera di asservimento alla centrale del Partidor inaugurata nel 1919. Infatti recuperava le acque di scarico delle centrali a monte – di Malnisio (1905) e di Giais (1908) – condotte a disperdersi nel Cellina e, attraverso una condotta forzata interrata, le convogliava alla vicina centrale. Dopo la dismissione dell’intera asta – Malnisio-Giais-Partidor, 1989 – l’abbandono lo aveva reso un inestricabile groviglio vegetale ma il recente lungo lavoro volontaristico di una società di pesca sportiva lo ha riportato alla veste lacustre, pur se con altra destinazione.
Bibliografia:

L. Zin, Il torrente Cellina e la diga di Ravedis. Cento anni di opere per l'utilizzo delle risorse idriche e la difesa del suolo, Pordenone, Consorzio di Bonifica Cellina Meduna, 2014.

 

AREA STORICA DEL PARTIDOR (memoria)

Il toponimo Partidor in uso alla fine del Cinquecento, nel tempo ha indicato luoghi diversi, seppur vicini, nei pressi della stele. L’etimologia del nome proposta dagli studiosi si riferisce alla funzione di “partitore”, ovvero punto in cui le acque di un canale si ripartiscono in più rami. E infatti dalla roggia di Aviano in località Partidor fu derivata la “Cava di San Marco”, canale in seguito denominato “Brentella”, che aveva lo scopo primario di fluitare a valle il legname dai boschi della Val Cellina fino al “Musil” a Porcia.
Il luogo è ben noto da antica memoria. Sia per la presenza del guado detto “della Cossana”, già utilizzato in epoca romana, sia perché nel sottostante tratto di area golenale, centrato sul sedime dell'ex tiro a volo, scorrevano due importanti canali: la roggia di Aviano e il “Brentellotto Correr”, dal nome dei conduttori. Il Brentellotto, derivato dalla roggia, correva parallelo ad essa e serviva a bypassare la secentesca segheria, la siega de soto, evitando di interromperne l'attività e consentendo la fluitazione costante del legname. Purtroppo, di queste opere e strutture, ci resta poco o nulla: il rimaneggiato magazzino della segheria e tratti di canalizzazioni, largamente fagocitati nella breve esperienza sportiva del campo di tiro a volo. Ai primi del Novecento la costruzione della Centrale di Malnisio stravolse questo tratto roggiale, condannando alla dismissione gli edifici sul quale poggiavano.
Al Partidor si lega una figura attiva anche in altri guadi friulani: il passador l’energico uomo che, caricandosi in spalla viaggiatore e bagaglio, affidate le anime alla divinità e traversando fiducioso la corrente, faceva la spola tra le sponde opposte. Un mestiere che da queste parti è durato fino alla fine dell’Ottocento.
Bibliografia:
L. Zin, Il Cellina, 2, Pordenone, Consorzio di Bonifica "Cellina-Meduna", 1997.

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